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venerdì 15 maggio 2020

Nardella: comune di Firenze senza soldi spegneremo i lampioni per le vie


L'avvento del Coronavirus ha costretto numerose aziende a chiudere, così come gli esercizi commerciali, le attività ristorative e gli uffici che possono lavorare da casa.
La chiusura forzata non ha risparmiato nessuno in Italia. Tutte le regioni sono state sottoposte alle stesse normative, salvo qualche alleggerimento per le località con un numero di contagiati più basso.
Queste decisioni nel Governo sono state delle scelte obbligate per ridurre i contatti tra le persone e prevenire ulteriori contagi da Covid-19.



Non solo ne risentono le singole imprese ma anche gli enti territoriali come i comuni e le regioni.
Le regioni sono più sicuri perché hanno la copertura dei fondi della protezione civile. Fondi che, però, non riguardano i comuni.
Gli oltre ottomila comuni italiani si sono ritrovati senza introiti importanti e, al tempo stesso, devono continuare a fornire i servizi fondamentali e di prima necessità per tutti i cittadini.
Ne è un esempio il comune di Frienze. Il primo cittadino Dario Nardella ha espresso parole molto forti che riguardano le casse del capoluogo toscano. Nardella si ritrova a essere veramente preoccupato per i bilanci del proprio comune.

Il sindaco ha chiaramente detto che la città si trova senza soldi, a causa delle spese per i servizi che, nonostante il virus, ha continuato a offrire.
Quello del sindaco Nardella è un annuncio ai suoi cittadini, ma ancora di più per lo Stato. A fronte dei servizi immancabili per i fiorentini, si trova costretto a dover spegnere i lampioni per la città.
L'illuminazione stradale che si accende quasi principalmente nelle ore notturne, ha un costo di diversi milioni per il comune di Firenze.

Nardella non può sospendere determinati servizi, come quelli che coinvolgono le persone anziane o disabili, pur di salvare le tasche economiche della città. Né tanto meno vuole far pagare le tasse sui rifiuti a tutti quegli esercizi che negli ultimi due mesi hanno dovuto tenere le saracinesche abbassate.
Il sindaco Nardella non vuole arrivare a dover privare la sua città dell'illuminazione nelle strade, dal momento che, nelle ore più scure, rappresenta un elemento fondamentale per la sicurezza delle persone. Una corretta illuminazione previene gli incidenti in auto e consente ai cittadini di poter camminare per le strade sentendosi al sicuro.

Lo spegnimento dei lampioni causerebbe sicuramente un aumento dei crimini e degli incidenti in città.


Il sindaco Dario Nardella ora si trova sostanzialmente di fronte a un bivio tremendo: o obbliga i cittadini a versare delle tasse che non spettano loro in quanto la loro attività è rimasta oppure deve sospendere i servizi importanti per la vita quotidiana di ogni cittadino, compromettendo la loro salute.
Nardella non vuole percorrere nessuna delle due strade.
La situazione del comune di Firenze quindi è molto critica.

Per questo Nardella si rivolge allo Stato. La città di Firenze si trova con un deficit di 200 milioni di euro e afferma che ci sono altri comuni sul territorio italiano che devono sopperire a cifre ben più elevate.

Il primo cittadino parla quindi per sé, ma fa da portavoce per tutti i comuni italiani, sia quelli più grandi quando Firenze se non di più, sia per i comuni più piccoli.
Nardella chiede quindi aiuto allo Stato italiano. Ritiene che sia necessario aiutare le aziende, i singoli cittadini e le regioni, ma non è sufficiente.

Anche i comuni hanno bisogno di aiuto, di introiti da parte dello Stato per ripartire.
Come afferma Nardella, le città tra cui Firenze sono pronte a rimettersi in moto, hanno l'orgoglio giusto per rinascere, ma non possono farlo se non hanno gli strumenti adatti. Questi strumenti può ormai fornirli solamente lo Stato.
Se il comune dispone dei mezzi giusti, sarà in grado poi di aiutare ogni singolo cittadino e ogni singola impresa all'interno del proprio territorio. Tutto questo serve per far ripartire in un primo momento l'economia locale e successivamente quella nazionale.


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