Non è bastata la pioggia a fermare centinaia di ristoratori che
martedì 12 maggio sono scesi nella piazza principale di Firenze, per
protestare sull'assenza di informazioni che riguarda il settore della
ristorazione.
Proteste dei ristoratori di Firenze per le restrizioni dovute al decreto coronavirus covid 19
È un periodo storico incerto quello che attualmente stiamo vivendo in tutto il mondo, ma in particolar modo nel nostro Paese. Dall'8 marzo progressivamente tutte le attività sono state chiuse per ridurre la possibilità di contagio da Covid-19, a eccezione dei settori che riguardano la grande distribuzione e quello farmaceutico. Ogni esercizio e ogni attività ristorativa è stata chiusa al pubblico, salvo per attività di consegna a domicilio per quei ristoranti che sono stati in grado di sostenerlo.
A partire dal 4 maggio è iniziata la fase due, tanto attesa da tutti gli italiani che, però, ha interessato i ristoratori italiani solamente in parte. Oltre alla consegna a domicilio, la fase due ha concesso la produzione di alimenti d'asporti, da ritirare direttamente sul posto. In questo modo, hanno potuto riprendere la propria attività, seppur in parte, anche esercizi come pub, bar, gelaterie e pasticcerie.
Finiscono qui, però, le certezze che tutti i ristoratori di Italia hanno ricevuto dal Governo, per questo motivo gli esercenti fiorentini hanno detto basta.
Qualche settimana fa avevano acceso le insegne dei propri locali chiusi come gesto di solidarietà per tutte le persone che vivono a Firenze, ma anche per tutta Italia.
Sono sempre gli stessi ristoratori, ma anche cuochi e addetti alla sala, che a centinaia si sono ritrovati nel centro di Firenze, per una passeggiata di protesta. Con le braccia allargate per mantenere il metro di distanza minimo per la protezione individuale e muniti di ombrello a causa della pioggia, i ristoratori sono stati scortati in via preventiva dalle forze dell'ordine.
La protesta è stata guidata da Pasquale Naccari, titolare del celebre ristorante "Il vecchio e il mare" che si trova in via Gioberti. Il tutto si è svolto tranquillamente, senza avere alcuna conseguenza negativa.
Le richieste dei ristoratori non sono molte. Chiedono semplicemente di essere ascoltati e che venga prestata loro più attenzione in tutti i decreti che il Governo scrive.
A pochi giorni dal 18 maggio, una delle date più attese di questi mesi di quarantena, i ristoratori italiani non sanno ancora se avranno la possibilità di riaprire i propri ristoranti, bar e locali oppure no.
L'alternativa è quindi che i ristoranti potranno riaprire il 18 maggio oppure la data che era stata scelta inizialmente, ossia il 1 giugno.
La protesta dei ristoratori di Firenze è stata fatta per avere più certezza su queste date. I ristoranti hanno bisogno di richiamare i propri dipendenti, di acquistare la merce. Si tratta di alimenti e sono principalmente cibi freschi, con una deperibilità rapida. Per questo motivo non possono permettersi di acquistare già ora tutti gli ingredienti necessari, nel caso in cui venga posticipata ulteriormente la chiusura. Inoltre, dopo due mesi di chiusura i ristoratori hanno subito grosse perdite economiche, a fronte delle spese che sono stati comunque costretti a sostenere. A questo fattore si aggiunge anche la problematica che riguarda la cassa integrazione: nessun dipendente della Toscana ha già percepito una prima parte.
A meno di una settimana dalla presunta data di riapertura, i dipendenti hanno il diritto di sapere quali sono le loro possibilità.
La protesta ha riguardato anche un altro fattore fondamentale per la riapertura degli esercizi al pubblico: la sicurezza.
Non sono ancora chiare le regole da seguire nei ristoranti quando torneranno a essere aperti al pubblico.
Ci saranno distanze significative da dover rispettare che obbligheranno i ristoratori a veder ridurre drasticamente il numero dei propri clienti e, di conseguenza dei propri guadagni.
I tavoli dovranno essere muniti di barriere di plexiglass per ridurre ulteriormente il rischio di contagio da Coronavirus e ogni superficie dovrà essere igienizzata e sanitizzata al termine di ogni pasto e, più intensamente, al termine di ogni servizio. I ristoratori ancora non sanno se potranno avere degli appoggi economici da parte dello Stato per il rifornimento di dispositivi per sicurezza da implementare nei propri locali, sia nelle sale interne che in quelle esterne le quali, dove possibile, saranno valorizzate e sfruttate più frequentemente.
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